Certosa di San Lorenzo

La più vasta e sontuosa Certosa d'Italia

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Un patrimonio Unesco ricco di storie da scoprire

Costruita nel Trecento, la Certosa di San Lorenzo a Padula divenne ben presto uno dei principali luoghi religiosi e snodi commerciali del Sud Italia, un primato che seppe mantenere per quasi quattro secoli, prima di subire un altrettanto lungo periodo di declino, oggi arrestato e nuovamente invertito. La storia e la magnificenza di questo complesso rivivono nel loro massimo splendore, accompagnando i propri visitatori alla scoperta di un vero e proprio patrimonio dell'umanità. 


Un luogo, una storia

La Certosa di San Lorenzo a Padula rientra in un ricco ed affascinante circuito di attrazioni, di cui fanno parte anche la Casa Museo di Joe Petrosino, poliziotto italo-americano decano della lotta alla mafia; il Museo Civico Multimediale, dedicato alla millenaria storia del Vallo di Diano; e il Battistero Paleocristiano di San Giovanni in Fonte, uno dei più antichi del suo genere in tutto l'occidente. 

 

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Le origini

La fondazione della Certosa di San Lorenzo a Padula partì da ragioni politiche nel 1306, quando il Conte di Marsico, Tommaso II di Sanseverino, ordinò la costruzione, nei propri possedimenti, di un complesso monastico da donare poi all’ordine religioso francese dei certosini, il tutto con il preciso intento di ingraziarsi i reali angioni del Regno di Napoli, che infatti gradirono enormemente la fondazione di una Certosa non lontano da Napoli.

Nacque così, in una zona altamente strategica per la coltivazione e per il commercio dei prodotti della terra, il secondo luogo certosino nel sud Italia dopo la Certosa di Serra San Bruno in Calabria.

Dedicata a San Lorenzo in onore di una preesistente chiesa benedettina a lui intitolata, la Certosa visse il suo periodo di massimo splendore tra il XVI e il XVIII secolo, confermato anche da illustri pellegrinaggi come quello dell’Imperatore Carlo V, che nel 1535 vi soggiornò con il suo esercito di ritorno dalla battaglia di Tunisi.

A partire dal 1583, e fino alla seconda metà del Settecento, il complesso andò incontro a ingenti ampliamenti e trasformazioni architettoniche che lo resero uno dei simboli della cultura barocca nel regno di Napoli.

Alterne vicende

Il secolare potere della Certosa di San Lorenzo ebbe fine, al pari di quello di molti altri complessi monastici, durante il decennio napoleonico del Regno di Napoli (1805-1815), quando gli ordini religiosi vennero soppressi ed i monaci costretti a lasciare i loro stabili, poi destinati a caserme ed altri scopi laici.

In questo periodo, il patrimonio della Certosa di San Lorenzo andò disperso a causa di furti, spoliazioni e trasferimenti, e anche dopo l'Unità d'Italia il complesso finì per affrontare, nonostante l'elevazione a monumento nazionale, un lunghissimo periodo di abbandono. Venne utilizzato, infatti, come campo di prigionia interrotto solo alla fine degli anni '50, quando alcune sale iniziarono ad ospitare il museo archeologico provinciale della Lucania occidentale.

Nel 1981, la Certosa fu Affidata alla Soprintendenza per i Beni Architettonici di Salerno, che l’anno dopo avviò un’ampia opera di restauro e funzionalizzazione degli spazi, culminata poi nel 1998 con la nomina a Patrimonio dell'UNESCO.

LO SAPEVI CHE...?

La Certosa di San Lorenzo fu scelta, per la sua magnificenza architettonica, come location di diversi film, tra cui “C’era una volta” (1967) di Francesco Rosi, con Sophia Loren ed Omar Sharif, ambientato nell'epoca della dominazione spagnola, e “Cavalli si nasce” (1989) di Sergio Staino, con David Riondino e Paolo Hendel, ambientato in epoca borbonica.

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